Eugenio de Andrade | AforismiCitazioni.it

Che cosa può sperare una bocca se non un'altra bocca?

Era un sorriso con tanta luce
dentro, volevo
entrarci, spogliarmi, essere
nudo dentro quel sorriso.

È urgente inventare la gioia,
moltiplicare i baci, i raccolti,
è urgente scoprire le rose e i fiumi
e i mattini limpidi.

Nella notte incline
alla malinconia.
Ricerca.
Cerca la meraviglia.

È tra le tue labbra che arriva la follia.

⁠Non mi piace nemmeno scrivere, a volte sono così disperato che mi rifugio nella carta come chi si nasconde per piangere. E la cosa più strana è estrarre dalla mia angoscia parole di profonda riconciliazione con la vita.

Tutta la poesia è luminosa,
anche la più oscura.

Tutte le case dove ci sono libri, fotografie e dischi sono bellissime. E tutte le case, non importa quanto lussuose, che mancano di queste cose sono brutte.

La solitudine non è necessariamente negativa, anzi, mi sembra addirittura un privilegio.

L'amore è urgente.
C'è urgente bisogno di una barca in mare.
È urgente distruggere certe parole,
l'odio, la solitudine e la crudeltà.

Il mondo è guidato da persone pazze e ambiziose, che hanno in mente solo il successo e il profitto, se ne fregano delle preoccupazioni dei poeti, che sono, come tutti sanno, esseri dell'utopia, quell'utopia senza la quale non esiste nessun progresso.

Le parole sono la nostra condanna. Con le parole ami, con le parole odi.

Essere poeta è anche questo, questa incapacità di entrare nel mondo del profitto e dell'usura.

La carità è una parola dai lati freddi e dalle acque stagnanti. Conduce senza grandi deviazioni al mondo paludoso e perverso della repressione, dove la coscienza che si dice virtuosa non fa altro che servirla, disinteressata com'è al potenziale umano che si afferma in tutto il suo splendore.

L'infanzia, nel poeta, non si spegne mai. Forse è per questo che sono così vulnerabili, i poeti.

Il poeta è incapace di contenere un segreto, finisce sempre per dire nella poesia ciò che avrebbe voluto tenere per sè.

Nessuna relazione profonda è facile.

L'indipendenza ha un prezzo, l'ho sempre saputo e non mi sono mai rifiutato di pagarlo.

Il successo di un'opera non è indice della sua qualità.

L'arte della poesia richiede un'acuta consapevolezza della lingua, e questa è un'occupazione che dura tutta la vita.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
Frasi in archivio: 36

Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.