Javier Marías | AforismiCitazioni.it

Tutto viaggia verso il suo stesso svanire e si perde e poche cose lasciano traccia, soprattutto se non si ripetono, se avvengono una sola volta e non tornano piú, altrettanto fanno quelle che si assestano troppo comodamente e tornano ogni giorno e si sovrappongono, neppure quelle lasciano traccia.

La gente si comporta in maniera idiota con notevole frequenza, con la tendenza a credere nella ripetizione di ciò che la compiace.

Ripetere ogni azione voluta ci avvicina un pò di piú alla sua fine, e il brutto è che ci avvicina anche il non ripeterla.

I sospetti decidono quel che ancora non è risolto o lo mettono in moto.

Se si lascia passare l'occasione, allora è meglio tacere per sempre.

Come posso non conoscere oggi il tuo volto domani, quello che già esiste o trama sotto la faccia che mostri o sotto la maschera che indossi, e che mi mostrerai soltanto quando non me lo aspetto?

Sembra che ogni nuova generazione di giovani sia sempre più suscettibile e sempre più pusillanime e ogni nuova generazione di genitori sempre più disposta a proteggerla e a incoraggiare questa pusillanimità, in un crescendo senza fine.

Tutto viaggia lentamente verso il proprio sfumare in mezzo alle nostre inutili accelerazioni e ai nostri ritardi fittizi, e soltanto l'ultima volta è l'ultima.

Soffrono molto nella vita quelli che fanno da scudo e quelli che sorvegliano, con l'udito e l'occhio sempre desti.

Tutto si attenua, ma niente sparisce nè se ne va mai del tutto.

Raccontare sembra a volte un ossequio, il maggiore ossequio che si possa fare, la maggiore lealtà, la maggior prova d'amore e dedizione.

Raccontare è quasi sempre un regalo, compreso quando porta e inietta veleno.

Rara è la fiducia che prima o poi non si tradisca.

Se nessuno fosse mai obbligato a fare qualcosa il mondo si paralizzerebbe.

Il matrimonio è un'istituzione narrativa.

Quando sono passati molti anni, o anche non così tanti, la gente si racconta i fatti come più le convengono e arriva a credere alla propria versione, alla propria distorsione.

Le sensazioni sono instabili, si trasformano in ricordi, mutano e ballano, possono prevalere su quanto è stato detto e udito, sul rifiuto o sull'accettazione. A volte le sensazioni inducono a desistere, a volte infondono il coraggio per ritentare.

Ma chi può sapere che cosa diventerà ciascuno, nel corso di una vita, nulla ci impone di astenerci in nome di congetture o predizioni che trascendono il nostro intelletto, la sola nozione che abbiamo è quella dell'oggi, mai quella del domani, per quanto a volte ci affanniamo dietro a prefigurazioni...

Sono le tracce che danno origine al rimpianto. Le cose malamente concluse o ciò che non esiste.

La maggior parte delle donne - e anche alcuni uomini strani - ama per riflesso o, se preferisce, per imitazione: ama e desidera l'amore dell'altro.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
Frasi in archivio: 36

Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.