Thea Matera | AforismiCitazioni.it
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Frasi di Thea Matera
Attenderò il tuo manifesto passo nella pioggia d'agosto di sbiancate volte, sulle campate sponde di stelle cadenti, e mi ritroverai, al di là del piceo serro, nell'orbita di raso, negli occhi di chi ti sarà accanto, accosto alla pietra muta seduta sopra una sillaba di sale. Furente come l'acqua che rovescia gli argini traverserò rinserrati sogli, predaci abissi, l'orizzonte e la risacca, strozzati alvei di acquaioli dopo la tempesta. Risalirà la tua voce dai ramosi zocchi di boscaglia ne coglierò il suono anche nel vento, tra i rovi delle mie paure, serberò gli attimi di sabbia fra le pieghe delle mani e cingerò l'orma delle tue vele sfidando il buio, con le ali dentro al petto. DIAPSÀLMATA (Preludio).
Inserita il 25/03/2023 alle ore 13:30
Ha due binari la felicità, ingiù si manifesta come sutura di risplendori, speciosa lacrima confusa con la sorte, s'appressa alla fortuna giacchè sorride e risvolta il fianco alla speranza. Ignora il malvezzo, la magagna, svaria la luce del mattino il muto fondo, il limaccioso balco di scancellate mete. Non vengo dall'indipinto vuoto dal nulla che non quadra, in ogni mia cellula scorre l'Universo, giungo dal suolo che s'anima di musica dalla parola che trova pace laddove distesi il foglio, dove scale si diramano come ponti di fluorite, dove di notte il loto attende di fiorire nella terra dei ciliegi. Sii sempre come ridesto sogno, immortale fienagione, dirotta il verso che si torce nella rete e ch'io salvi l'occhio dalla palustre scienza, dalla monocorde piaga d'inutile saccenza. (SEHNSUCHT).
Inserita il 23/03/2023 alle ore 08:30
S'è distanziata l'ombra dalla meridiana, gira sul fuso il mondo e la sua ruota, - siffatti l'àncora ed il calcagno - sulla prodaia, fissati come chiodi, flagrano capelluti sfagni. Chiude gli occhi, tutto tace, sulla provenda, plicata a dense strisce, mansueta scorre l'anima in un corpo di limace. Senza riposo rotava il chiurlo, girava sul pennone come goccio l'astrolabio, si salvò il pompelmo fra le rose, in mare aperto il periplo a levante decantava il blu di Prussia del piumaggio. Dalla sediòla scambiò per apparenza il pianto di cicale, di solito non liquefa la foglia la confidenza fatta, come un sorriso di traverso fa la pesta di caprini, dall'abbaino, in disparte, raffila un arrotino il disegno delle nasse. In crogioli e matracci distillava il senso delle cose, temperava nel piatto la sua mela, s'affacciavano nella controra, come due occhi, gli orologi, e non si sperde - dagli tempo - sconnesso il solido in due punti... scese a pennello il guscio sull'artista, la rara convinzione di fragorose nuvole, la mola che sfugge all'orma di due distinte fragole. Sa di sale - è già partita - l'onda disciolta come neve, dove la voce diventa bosco, insetto che disvuole l'acqua di garofani, mutavano le triglie nell'acquaio, la fibra dell'alga sulla scrivania. Che fine ha fatto, disteso, appollaiato sul ramo di camoscio, adiacente all'ago della bussola divorava fino all'ultima parola, semmai disfece la coerenza il polline sulla veranda, s'aggiunse pure in là della pagliola il cespo millefoglie di lattuga; chissà se il cembalista suonerà le prime sette note del notturno, accresce in lui la netta meraviglia di sfuse primavere nei bistrot, nei graffiti sulle porte dei mètro. PASCORE (Eingedenken).
Inserita il 20/03/2023 alle ore 15:32
E ti accolsi in un'alba di miragli, di apocrifi risvegli di lecci e di ginestre, in un silenzio sgombro di mortai, di laschi abeti, dove si nasconde il sole quando vuol dormire. Con l'anima in catene riabbracciai il tuo canto tra i colori estinti nelle crune di agorai e tu, cavaliere azzurro, avevi ancora negli occhi reste di pupi riversi sui ginocchi, e di bagatti, di loriche mozzate nelle fosse di tetragoni capestri. Hanno artigli i tuoi sogni di bambino, denti aguzzi di scudati ostri le tue notti, blandiva la tua nervata guancia una scaglia di oleandro, il lacerato becco della cima dove pregavi come un Angelo in un raggio di trifogli. (WORMHOLES -Dalla Trincea).
Inserita il 06/03/2023 alle ore 12:20
Corollati d'inerti gambi dilavano smunti tegolati, dal cielo semibuio straripano, bocconi, reiterati nembi su liste di amaranti. Forcuti balestrucci modellano nidi di fango su casupole dipinte, si screpola sulla muraglia il lungo stecco oltre gli ulivi, la vena di lumìe; nel ciurlo di crocchi spiri di branchie, edaci fondali grovigliano centauri, infuria l'acquazzo in allagate dighe dove sigizia nei fiumi in secca la stria d'invasi, colmi di chiocciole nell'erba. Assiso al bugno sulle altane, fittile tentenna un miraggio di cerini, scoscendono nel calastrino ombrelliferi puntali. Zigano umanati venti nella raguna di supine lune, di abrasi barcherecci, nella coda dell'occhio d'irenici lauri si risveglia la giunzione planetaria. LA COSTANTE DI FIDIA (Mensis Martius).
Inserita il 05/03/2023 alle ore 12:00
Correvi a piedi nudi, fino al traguardo, doleva il fianco al nastro di partenza, stringevi le spalle nella pioggia, nella ghiaia due calzari di brindelli. È silenzio, nel teso sterro di carbone, dai tegoli il fuoco incenera giardini di rose bianche... Hanno disseminato fattezze di cinigia nella riga dell'aratro, dove disegnavi gemme tra filati di coni aguzzi e vi suonavi note di speranza come serbate corde di violino, dove intagliavi nuvole su scabre chiome; prende forma di giglio il filo di fumo dalla trincea di fosforo, sui comignoli sommersi dalle stelle... (MARTINO, Mi Sposto Tra Le Stelle) 27 Gennaio GIORNO DELLA MEMORIA.
Inserita il 30/01/2023 alle ore 14:58
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Scritto da Utente anonimo
Il 20/11/2024 alle ore 23:22
Devo dire che sono d'accordo, è un'occupazione solitaria da svolgere con estrema abnegazione. Eppure, avere qualcuno che ama quello che scrivi e che fa il tifo per te, per quanto possa sembrare banale, fa davvero una grande differenza.
Grazie maestro.
Matteo
Scritto da Utente anonimo
Il 15/11/2024 alle ore 08:56
Stupenda. Poetica. Si sente tutto il rumore del silenzio in una storia che finisce; il telefono che non squilla...il cuore che non batte piu'
Pagina autore: Golda Meir
Frasi in archivio: 36
Golda Meir , nata Golda Mabovič , o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.
Scritto da
SAB
Il 02/10/2024 alle ore 10:15
Golda Meir dovrebbe diventare materia di studio nelle scuole primarie e secondarie. Grazie Golda.
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