Frase di Thea Matera

Le strade già profumano di zucchero filato, di arance e di canditi. Lumeggiano le stelle e l'agrifoglio, la nebbia silenziosa avvolge i comignoli di vecchie case, dove ancora arde la legna nelle stufe, e l'aria s'accende di ricordi. Ho disegnato il mio alberello sopra un foglio, l'ho guardato, spoglio... L'ho colorato. Verde intenso il mio alberello di carta, un piccolo abete solitario nell'ispida bruma di luci discoste, su bianca distesa. M'è tornato in mente che fra poco è Natale, ed il mio alberello, al centro del foglio, mi fissa... Composto, sul foglio liscio, in assenza di tempo e lampi, di torpidite zolle. - Thea Matera Composition en vert (Il mio alberello di carta)

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Dove finisce la poesia non consumata, il verso non trattenuto -irrespirato cielo- la parola non compresa, l'incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue dune, dello scurato pregio nelle vene di pennate, nelle lamine di retinervie, di tutta questa poesia offerta in pasto alla sostanza indocile,
ad aride lagnanze.
Ne resta il disunito lembo di acrostici slogati in incompite cale, la digrumata stele, la spocchia decadente nel cincischìo di epigoni, nei baci di fiele disseminati sulle pagine di polvere di Poeti Scapigliati.
Come chiama il poeta il profumo e la sua rosa, il tedio di giunchi assolati nei lobi di rotonde, le fulve chele di una perduta stella?
Inizia in rime sciolte il pamphlet sur la revanche,
la luna non è lontana
ora che si discosta la marea sizigiale dai ceppi atterrati,
e la notte è una stanza di carta. Stornai nientificati equivoci di voci nel diacronico deflesso
che s'annida fra i pronomi,
ti dimenticai nei respiri di malmostose alghe,
in bisillabe disciolte nella mano dello scriba;
non fu chiarore di strade il verdito mento, il tizzo rosso della chiosa.
La festuglia del Fosco disarma
la grafia, per poco s'intuiva la sottile allegoria, si stranisce l'òmero nel colore delle gote, ricade sul davanzale il tempo e la sua storia.
Cosa rimarrà del verseggiato campo, del vùlture a perlustrare il giorno che rinasce alla poesia?


ABGRUND
(In fieri - La Pagina Bianca)

Inserita il 29/05/2022 alle ore 11:35

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Le ferite a volte fanno parte della cura.

Inserita il 25/06/2024 alle ore 15:46
Scritto da Utente anonimo
Il 14/01/2025 alle ore 14:18
E' proprio cosi'

Pagina autore: Vittorio Sgarbi
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Vittorio Sgarbi, nome completo Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi (Ferrara, 8 maggio 1952), è un critico d'arte, saggista, politico, personaggio televisivo e opinionista italiano.

Scritto da Giuseppe Zuccarini
Il 09/01/2025 alle ore 17:31
Domanda a Vittorio Sgarbi: L’ Annunciata di Palermo, stupendo dipinto di Antonello da Messina è datata 1475, lo stesso anno della nascita di Michelangelo, che ha scolpito La Pietà nel 1498/99. In entrambi i casi la Vergine è rappresentata in giovanissima età e presenta - nonostante la diversità del vissuto - la stessa espressione di preoccupata tenerezza. E’ possibile che Michelangelo, all’epoca 23 enne, si sia ispirato alla sublime femminilità della Madonna di Antonello ? Giuseppe Zuccarini

Pagina autore: Vadim Zeland
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Vadim Zeland e' un mistico, teorico e scrittore russo la cui figura e' avvolta nel mistero; nonostante abbia pubblicato un'autobiografia, di lui si hanno poche informazioni.

Scritto da Utente anonimo
Il 05/01/2025 alle ore 13:01
Lei è uno scrittore e scienziato interessante... peccato non poter leggere qualcuno dei suoi libri purtroppo i miei occhi non me lo permettono e come altri volumi dovrei abbandonare su uno scaffale senza aver letto nulla. La saluto e ancora complimenti. Raffaele Feola.

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