Frase di Giuseppe Zuccarini

Come esseri umani siamo parte della natura anche se spesso dimentichiamo che le sue leggi ci sovrastano e ci condizionano. Assecondarle e osservarle perciò non è atto di sottomissione, ma semplice accettazione del rapporto tra creature e creato.

Se qualcosa dovesse accadere in natura che non conseguisse dalle leggi naturali, necessariamente contraddirebbe a quell'ordine che Dio per l'eternità stabilì in natura mediante le universali leggi naturali; sarebbe perciò contro la natura e contro le sue leggi, e di conseguenza la credenza in esso ci porterebbe all'ateismo.

Credo che la coscienza umana sia un tragico passo falso dell'evoluzione. Siamo troppo consapevoli di noi stessi. La natura ha creato un aspetto della natura separato da se stessa. Siamo creature che non dovrebbero esistere... per le leggi della natura.

Prima Legge: Un robot non può recare danno agli esseri Umani, nè può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno. - Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge. - Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

Quando le prospettive di buoni rapporti fra esseri umani diversi sono viste (come sempre più spesso accade) principalmente in termini di "amicizia tra civiltà" o di "dialogo tra gruppi religiosi", o di "relazioni amichevoli tra comunità diverse" (ignorando i moltissimi, diversi modi in cui gli individui si relazionano fra di loro), i progetti per la pace vengono subordinati a un approccio che "miniaturizza" gli esseri umani.

Sono da molti anni sulla scena del mondo del mio tempo e ne ho viste di cotte e di crude, ma se dovessi riferire in breve sugli abitanti del pianeta Terra a chi non li conosce direi che tra gli umani regnano l' individualismo e la competizione più accesa, piuttosto che le tanto declamate fratellanza e solidarietà. Fanno tutto di corsa come se fuggissero dal pericolo, ma non hanno una meta, salvo quella che tutti vogliono vincere. Il denaro e la ricchezza sono il miraggio verso cui tende la maggior parte di loro, anche perché la distribuzione dei beni è spesso affidata al caso, anzichè a criteri di giustizia o di merito. La felicità dunque non sembra regnare tra gli esseri umani, la cui esistenza appare caratterizzata da sopportazione e rassegnazione a cui si contrappone la speranza dei più giovani per un mondo migliore, altruista e idealista, lontano da ogni forma di violenza soprattutto intra specie.

Perdere o sprecare il tempo non è reato nè peccato, ma sicuramente è autolesionismo.

Il denaro: averlo significa realizzare i propri sogni, non averlo vuol dire affrettarsi per andare a lavorare.

Quando il dibattito sfocia nella polemica si allontana la ricerca del vero o del razionale, per far posto all' estremizzazione del "Io", anticamera dell'ottusità.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
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Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.