Frase di Gabriel Garcia Marquez

Amaranta pensava a Rebeca, perché la solitudine le aveva selezionato i ricordi, e aveva incenerito gli intorpidenti mucchi di mondezza nostalgica che la vita aveva accumulato nel suo cuore, e aveva purificato, magnificato e eternizzato gli altri, i più amari.

In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti cosí tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall'amore e dalla solitudine dell'amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra.

Così pensava a lui senza volerlo, e quanto più pensava a lui più le veniva rabbia, e quanto più le veniva rabbia tanto più pensava a lui, finché non fu qualcosa di così insopportabile che le travolse la ragione.

"I ragazzi sparano", pensava Lara. E non pensava solo a Nika, o a Patulja, ma a tutta la città dove si stava sparando. "Bravi ragazzi, onesti, - pensava. - Bravi. Ecco perché sparano."

Pensava a distruggere anzichè a costruire. Pensava al potere, non pensava che si potesse realizzarlo edificando una città completamente diversa, così da renderla la metropoli più vivibile al mondo.

Aspettare, talvolta, non è sufficiente. Ci sono volte in cui devi andare incontro alla tua vita. Devi tuffarti e nuotare anche se senti di non essere in grado di stare a galla. Rimanere immobile non ti porterà da nessuna parte e non ti salverà dalla sofferenza, perché certi ricordi e certi desideri irrealizzabili, se non li metti a tacere con la curiosità e con la confusione dolce che fa la realtà, sono capaci di massacrarti. Nostalgica va bene, ma non abusare del pensiero del passato nè di quello che non hai mai avuto.

Lei era così abbagliante da sembrare l'unica in mezzo alla folla.

Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

Così iniziai a capire che non obbediva ai miei ordini, ma aspettava l'occasione per farmi piacere.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
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Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.