Frase di Il pianista

Dorota: Siediti.
Szpilman: Mi serve aiuto.
Dorota: Tornerà prima del coprifuoco.
Szpilman: Io, mi sono nascosto, non so dove andare.
Dorota: Lui arriverà presto.
Szpilman: Da quanto tempo siete sposati?

Dorota: Da poco più di un anno.
Szpilman: E Jurek?

Dorota: è morto.

Dorota: Signor Szpilman?
Szpilman: Sì.
Dorota: Sono venuta apposta per conoscerla, adoro come suona.
Szpilman: Come si chiama?
Dorota: Mi scusi, mi chiamo Dorota, sono la sorella di Jurek. Ma, è ferito...
Szpilman: Non è niente.
Jurek: Sù Dorota, i complimenti glieli farai un'altra volta, questo non mi sembra il momento migliore.

Dorota: Ho tormentato Jurek per settimane e settimane, finché non si è arreso e mi ha detto: va bene, vieni con me domani. Così sono venuta eh... hanno bombardato la stazione radio.

Szpilman: Mi creda, conoscerla in quel modo è stato meraviglioso.
Dorota: Davvero?
Szpilman: Sì. È stato indimenticabile.

Szpilman: C'è un'ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini.
Dorota: Stai scherzando?
Szpilman: No, per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c'è un'altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine.
Dorota: Ma è assurdo!
Szpilman: Possiamo stare in piedi e parlare, non penso che ciò sia vietato.

Fra un anno, un anno e mezzo Pato tornerà al Milan. Una serie di infortuni ha creato un certo distacco fra lui e l'establishment di Milanello. L'accordo è stato che lui va là, ci rimane un anno, un anno e mezzo e poi torna al Milan. Questo è quello che mi ha detto abbracciandomi l'ultima volta che ci siamo visti, ad Arcore”. [7 gennaio 2013]

Ogni anno il primo dell'anno si festeggia il nuovo anno e dopo un anno ci si accorge che anche quell'anno è stato tutto come il precedente anno. Si spera nel prossimo anno.

Szpilman: Permesso di lavoro, quindi dovrei avere un permesso di lavoro...
Henryk: Ora bisogna avere un permesso. Se lavori per le imprese tedesche del ghetto, altrimenti...
Szpilman: Altrimenti cosa?
Henryk: Vieni deportato.

Szpilman: C'è un'ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini.
Dorota: Stai scherzando?
Szpilman: No, per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c'è un'altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine.
Dorota: Ma è assurdo!
Szpilman: Possiamo stare in piedi e parlare, non penso che ciò sia vietato.

Dorota: Ho tormentato Jurek per settimane e settimane, finché non si è arreso e mi ha detto: va bene, vieni con me domani. Così sono venuta eh... hanno bombardato la stazione radio.

Szpilman: Mi creda, conoscerla in quel modo è stato meraviglioso.
Dorota: Davvero?
Szpilman: Sì. È stato indimenticabile.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
Frasi in archivio: 36

Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.