Tedua | AforismiCitazioni.it

Con te io levo i miei freni dai miei pensieri inibitori.

Gela il micro sulla tempia, brividi, Trinity, schiva questa.

Forse vorrei bere io dal tuo bicchiere perché ho la gola arida | però dimmi dov'eri, ho un fiume di pensieri che non si argina.

La mente che sussurra mentre l'anima ti urla | luce della ragione accendi questa depressione buia.

I ragazzi di "Bimbi" [Charlie Charles, Sfera Ebbasta, Izi, Rkomi e Ghali] ciò che ci può accomunare | è che siam cresciuti tutti senza la presenza di un padre.

Ti ho sulla punta della lingua, come le cose che non ricordi mai.

L'amore è un motore per cui consumiamo | un autore o un attore, non toglie mai il pathos | non tollera altro che collera e alcol.

Essere un uomo ed avere onore | è diverso dall'essere un uomo d'onore in periferia.

Ogni rima su tela è dipinta.

Sai che l'hashish è un flusso di coscienza | quindi se l'hai sporca te lo riporta in testa.

Ti ho lasciato il mio numero sopra il frigorifero | ma tu hai digiunato e non l'hai letto.

Dentro il quartiere un cantiere di idee | solo chi cresce riesce a metterle insieme | e il seme della discordia incontra quello del bene.

Non tagliano l'erba nei campi da calcio | ma quella nelle piazze di spaccio.

Ha la certezza che lascerà la sua terra ma non sa dove atterra | prima che il padre gli lasci i conflitti di guerra.

Ti ho tolto quei vestiti di dosso, poi li ho tolti dalla mia stanza | tu mi hai perso una felpa, ci tenevo abbastanza | però non posso toglierli dal bagaglio delle esperienze | quelle fatte assieme | perciò ti indosso e ho addosso il tuo profumo per sempre | tu il mio linguaggio tagliente.

Non li togli dal passato certi flash, più delle foto.

Guai se il presente poi giudica il passato | perderà il futuro lungo il tracciato.

Vorrei chiederti se ancora provi le emozioni di quei giorni | e come autori mi racconti le tue storie o vuoi tenerle per te.

Tendimi i tendini, tieni le redini, reggimi in piedi | poggiati fatti come quadri astratti su delle pareti.

Mi han detto che un ricordo più lo pensi più sbiadisce | come scontrini o le fotografie | perciò penso a ciò che mi ha fatto soffrire | solo se scrivo rime, bro, mi fa impazzire.

Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

L'ultima cosa che ricordo di noi è una foglia che cade facendo rumore.

Pagina autore: Golda Meir
Frasi in archivio: 36

Golda Meir, nata Golda Mabovič, o con la grafia alternativa Golda Mabovitch (in ebraico גוֹלְדָּה מֵאִיר Kiev, 3 maggio 1898 – Gerusalemme, 8 dicembre 1978), è stata una politica israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, terza a ricoprire tale posizione a livello internazionale.